La Monetazione Romana

Aureo di Augusto

Dagli inizi alla fine dell'età repubblicana.

A Roma la moneta venne introdotta nel 335 a.C., con l'emissione da parte dello Stato di Roma dell'aes grave, in italiano sarebbe "asse pesante", in bronzo. Tuttavia, Roma fece coniare anche una serie di monete in argento da zecche campane, conosciute con il nome di zecche romano-campane, di stampo greco. L'uso dell'argento e del bronzo, lega ottenuta da rame e stagno, era dovuto alla cospicua presenza di questi metalli in Italia Centrale. La prima zecca di Roma era situata sul Campidoglio, nel tempio di Giunone Moneta. Il peso dell'asse era di 327,46 grammi e venne introdotto in seguito all'aumento dei commerci marittimi di Roma. In precedenza, oltre al baratto puro e semplice, gli scambi commerciali si basavano su un'altra forma di baratto che sfruttava come mezzo di scambio gli scarti delle lavorazioni in bronzo, denominati aes rude, ossia bronzo grezzo, che a differenza della moneta si basava sul valore intrinseco e perciò si parla di proto moneta. A partire dal VI secolo a.C., a garanzia della qualità del bronzo, venivano emessi gli aes signatum, in cui era impresso il marchio dell'autorità emittente. Inizialmente il marchio era un semplice ramo secco, ma successivamente apparvero raffigurazioni di delfini, buoi...Avevano forma rotonda o rettangolare e il loro peso andava dai tre chili al mezzo chilo.

Soltanto nel 289 a.C., almeno stando al giurista Pomponio, Roma istituì la carica dei triumviri monetales. I triumviri monetales erano i magistrati resposnabili di fondere e battere le monete in bronzo, argento e oro. La zecca si trovava presumibilmente sul Campidoglio. Verso il 300 a.C. iniziarono ad essere emesse alcune monete che diveranno note come monete romano-campane, ma ad oggi sono note in pochissimi esemplari. Queste monete, sia in bronzo che in argento, venivano coniate a Napoli per conto di Roma, in modo da facilitare il commercio dell'urbe specialmente con il mondo greco. Basandosi su alcuni passi del celebre scrittore e politico romano Plinio il Vecchio, alcuni studiosi contemporanei ritengono che le monete romano-camapne in argento avrebbero avuto un valore di dieci assi, dal momento che lo scrittore affermava che il denario fu coniato per la prima volta a Roma nel 269 a.C. Tuttavia, il primo denario sarebbe stato coniato tra il 212 e il 211 a.C. a Morgantina, antica città siciliana andata distrutta proprio nel 211 a.C., durante la seconda guerra punica. Questa tesa sarebbe supportata dal ritrovamento nel sito di alcuni denari fior di conio. Il denario era la principale moneta romana d'argento, nonchè la più battuta, almeno fino all'interregno di Severina, moglie dell'imperatore Aureliano. Tuttavia, è possibile che i denari vennero coniato anche da Caro e Numeriano, imperatori dal 282 al 284. La perplessità è dovuta al fatto che potrebbero non essere denari ma quinari, ossia una moneta dal valore di mezzo denario. Denario stava ad indicare una moneta che equivaleva a dieci assi ed infatti presentavano una X, ossia dieci in numero romano, sul dritto, in cui era anche incisa la testa elmata di Roma. Sul retro erano presenti i dioscuri a cavallo accanto alla scritta "Roma". Pesavano 4,55 grammi.

Parallelamente alla coniazione del denario, vennero emessi i primi sottomultipli dell'asse. Il quadrante fu coniato per la prima volta ad inizio III secolo a.C. e aveva un valore di un quarto di asse. Il semisse, invece, battuto per la prima volta intorno al 218 a.C., valeva metà asse. Discorso diverso per le monete in oro, gli aurei, che vennero emesse molto sporadicamente nel corso dell'età repubblicana, banalmente per la mancanza di miniere d'oro. Ed infatti gli aurei vennero coniati con frequenza a partire dalla conquista della Gallia e delle sue miniere ad opera di Cesare. In ogni caso, i primi aurei furono emssi nel 286 a.C. con un peso di 6,81 grammi e ricalcavano la monetazione greca, d'altronde servivano per facilitare gli scambi commerciali con il mondo ellenico, a cui Roma guardava sempre più. Invece, le prime monete auree in stile romano risalgono al tempo di Silla, per la precisione all'87 a.C. e pesavano ben 9,11 grammi, mentre già pochi decenni dopo, sotto Augusto, il peso era sceso a 7,79 e con Nerone a 7,27. Bisogna aggiungere che la prima serie aurea di Silla, il cui nome è riportato sul diritto, è giunta a noi in soli sei esemplari.

Foto di un aes greve
Foto di un aureo di Silla

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