Gli ultimi anni del XII secolo e i primi del XIII, furono anni di grandi cambiamenti e fervore che videro l'affermarsi della realtà comunale ai danni dei signori feudali, in particolare nei territori delle attuali regioni di Piemonte e Lombardia,
Ovviamente, questo fenomeno coinvolse anche il basso Piemonte e quindi Mondovì e i suoi dintorni, la cui fondazione sarebbe avvenuta, stando agli ultimi studi, nel 1198, stesso anno di Cuneo e non è una coincidenza. Prima del 1200, il territorio monregalese era diviso in vari feudi governati da vari signori locali, di solito vassalli del Vescovo d'Asti, come i marchese di Ceva, appartenenti all'antica famiglia Del Vasto. Tuttavia, vi erano anche feudi di minor estensione o minor rilevanza, come quello di Bredulum, di cui abbiamo già scritto, ma anche quelli di Morozzo e Carassone antico, per citarne due. Molta importanza ebbe, specialmente per il futuro di Mondovì, la comunità di Vico, oggi Vicoforte, i cui abitanti, i vicesi, erano sudditi del Vescovo d'Asti. In generale, i vari signorotti si comportavano in maniera assai diversa nei confronti del l Vescovo. Per esempio, i signori di Morozzo erano suoi fedeli vassalli, al contrario di quelli di Carassone antico. I vicesi, invece, cercavano fortemente l'amicizia del loro signore e con il tempo, tale atteggiamento, li fece guadagnare numerosi vantaggi, tra cui il diritto ad avere terreni privati. Nonostante ciò, come per la maggior parte della popolazione di quel tempo, le tasse, come la decima, erano tante e i diritti pochi. Fu proprio a causa dei due aspetti poc’anzi citati, se la situazione geopolitica nel Nord Italia stava cambiando. Erano gli inizi dell'epoca comunale che sorgeva sulla crisi della società feudale, iniziata con la morte di Carlo Magno, ma terminata totalmente, solo con l’avvento di Napoleone.
Detto ciò, ritorniamo nelle vallate del basso Piemonte, tra l'Ellero e il Tanaro. A quel tempo sul Monte di Vico, oggi Mondovì Piazza, non si sa con esattezza cosa vi fosse, presumibilmente alcuni casolari in legno, abitati in prevalenza da contadini. Inoltre, è attestata la presenza di due monasteri e almeno un mulino lungo il torrente Ellero, il quale dovrebbe risalire alla metà del XI secolo. Di poco successive sono tre alte torri in murature che servivano per avvistare i nemici, segno che fosse già presente una comunità di una certa rilevanza, oppure costruite da qualche potente famiglia locale come simbolo di prestigio e di difesa in caso di attacco operato da una fazione nemica. In ogni caso, secondo ultimi studi potrebbe essere successo che prima della nascita del comune del Montis Regalis, i villaggi vicini abbiano fondato in quella zona strategica tra pianura Padana, le Alpi Marittime e il mare, una villa nuova come snodo commerciale per accrescere le loro ricchezze. D'altronde le terre su cui sorgerà la nuova villa, erano attraversate dalla maggior parte degli itinerari che dal Piemonte giungevano ad Albenga e in Liguria e non erano mai state sfruttate sistematicamente, in quanto lontane dai centri di potere del periodo. Tuttavia, nelle varie comunità e villaggi iniziava a svilupparsi, per poi affermarsi, l'idea di essere liberi dal giogo feudale ed è proprio in questo clima che nacque il libero comune di Mondovì. Va anche detto che la nascita della città, avvenuta come detto all'inizio nel 1198, potrebbe essere dovuta alla distruzione della vicina città di Bredulum, forse in seguito ad una feroce ribellione dei suoi abitanti, oppure più semplicemente a causa di un cataclisma naturale. In ogni caso, la nuova città non raccolse solo poveri contadini provenienti dai villaggi vicini come Vicoforte, Carassone, Morozzo, Gragnasco e Grafiasco, quest'ultimi due da tempo scomparsi, ma anche signori minori o famiglie benestanti che preferivano essere liberi in un comune, piuttosto che vassalli di qualcuno più potente e forte di loro, come i Bressani e i Fauzone di Vico che fin dal 1200 erano proprietari di molti palazzi in città. I Fauzone a seguito della dominazione Savoia, riuscirono ad accrescere il loro potere ed acquisirono prima il titolo di conti e poi di marchesi di Torre, imparentandosi anche con la potente e antica famiglia nobile valdostana degli Challant. E' probabile che proprio la famiglia dei Bressani fosse la proprietaria di ampi appezzamenti sul monte, da cui derivò la loro influenza nei decenni successivi, sebbene furono scalzati, nel corso del Trecento, dai già citati Fauzone. Gli abitanti del nuovo comune si divisero in tre terzieri, in base alla loro provenienza: Vico, oggi Vicoforte, Valle, ossia gli abitanti degli antichi borghi della valle dell'Ellero e Carassone, oltre al rione fortificato sorto ai piedi del Mons e popolato specialmente dagli abitanti di Bredolo, da cui deriva il nome Breo. Tuttavia, alcuni storici mettano in dubbio quest'ultimo punto, ma un documento del 1208 testimonia il fatto che i Bredolesi cercavano un appezzamento a metà del Monte e quindi anche se il loro spostamento non sia avvenuto simultaneamente alla nascita del nuovo comune, fu di poco successivo. Inizialmente, il nuovo libero comune venne chiamato Mons Regalis, poichè gli abitanti si sentivano di avere gli stessi diritti di un re. Dal nome Mons Regalis deriva il termine utilizzato tuttora per chiamare gli abitanti di Mondovì, ossia monregalesi. Al contrario Mondovì, come si può intuire, risale all'antico appellativo di Monte di Vico.
Fonti: Fonte: Amedeo Michelotti, Storia di Mondovì, ristampa anastatica a cura del Rotary club di Mondovì; Società per gli studi storici, archeologici e artistici della provincia di Cuneo, Storia di Mondovì e del Monregalese le origini e il Duecento, a cura di Rinaldo Comba, Giuseppe Griseri, Giorgio M. Lombardi; Giancarlo Comino; Le Grandi Tappe della Storia di Mondovì, Volume 1, ed. CEM, 2018, Mondovì.