Vi siete mai chiesti quale fu effettivamente l'ultima legione che combattè per Roma?
Partiamo dal presupposto che dopo Valentiniano III, o meglio, dopo Flavio Ezio, l'uomo forte dell'Impero d'Occidente, il sistema delle legioni entrò fortemente in crisi. Sebbene già la guerra civile fra Bonifacio ed Ezio avesse fortemente compromesso la capacità militare imperiale. A ciò si aggiunse il fatto che quando i soldati morivano o terminavano la loro carriera venivano sostituiti solo in parte. Ciò era dovuto a più cause. La prima riguardava la perdita di intere regioni dell'impero in cui venivano stanziati i foderati, ossia regni semi-indipendenti da Roma, ma con l'obbligo di difendere l'impero in qualità di ausiliari, con la conseguenza che diminuivano le entrate fiscali. In più si aggiungeva il calo demografico dovuto alle continue guerre, alle pestilenze e alle diffuse carestia. Tutto ciò devastò l'Impero che si sentì costretto a reclutare sempre più germanici per difenderlo, poichè rappresentavano un risparmio per l'Impero, in quanto i barbari erano già addestrati e armati, ma ciò provocò ulteriori problemi. La perdita dell'Africa e della isole maggiori, avvenuta nel 444 d.C. ad opera dei Vandali, peggiorò una situazione già critica, dal momento che Roma si ritrovò privata di terre ricche, popolose e fertili. In ogni caso, fino a Maggioriano l'Impero fu nella condizione di reggere l'urto barbaro, seppur non fosse più la superpotenza dei secoli precedenti. Tuttavia, le lotte interne assestarono il colpo finale a Roma. Sotto Maggioriano le poche legioni rimaste erano comunque ancora formate da numerosi cittadini romani, discretamente addestrate, efficienti e relativamente fedeli ai loro generali ed alle varie autorità. Con la morte dell'ultimo imperatore che cercò e che avrebbe potuto ridare effettivamente un nuovo slancio all'Impero, anche quel poco che restava delle temibili legioni che sottomisero innumerevoli regni, andò scomparendo. Soltanto una quindicina di anni più tardi, al tempo di Romolo Augusto, a combattere per Roma, o meglio per spartirsi le sue ricchezze, vi erano quasi esclusivamente soldati germanici. E' vero che era sopravvissuto, nel Nord della Gallia, il dominio di Soisson che resterà formalmente possedimento romano fino al 486 d.C. ed era difeso da ingenti forze romane. In più, in Dalmazia fino al 480 d.C., vi erano le milizie personali dell'ultimo imperatore "de iure" Giulio Nepote, ma niente di paragonabile alle invincibili legioni di Cesare, di Augusto o di Traiano per intenderci.
Diversa era la situazione nella parte orientale dell'Impero. In Oriente vi erano numerose legioni di antica costituzione e con un ben più alto livello di preparazione. Tra le più longeve legioni che rimasero al servizio di Bisanzio vi furono la Legio IV Italica, la Legio IV Parthica e la Legio V Macedonica, quest'ultima fu probabilmente distrutta solo nel 636 dagli Arabi.
Per quanto riguarda l'Impero d'Occidente, è probabile che l'ultima legione a portare simboli e stendardi del passato fu la Legio VIII Augusta, che rimase attiva fino alla caduta dell'Impero, presumibilmente in un castrum nei pressi di Salisburgo. L'VIII Augusta porta il nome del glorioso principe che la ricostituì nel 44 a.C., dopo che Cesare ne congedò i veterani nel 46 a.C e ciò avrebbe dell'epico, dal momento che l'ultima legione dell'impero potrebbe essere stata ricostituita dal più grande imperatore della sua storia, rimanendo in attività per circa mezzo millennio.