Gli Scavi a Pompei nei Secoli

Foto di Pompei

Sono passati quasi tre secoli da quando iniziarono gli scavi archeologici ad Ercolano nel 1738, mentre a Pompei partirono nel 1748. Sicuramente quello che si sapeva sulle città romane distrutte dall’eruzione del Vesuvio, o meglio del complesso vulcanico Somma-Vesuvio, avvenuta nel 79 d.C., è cambiato nel tempo.A tal proposito, avendo in casa il libro “Pompeia, Trattato Storico, Pittorico e Geometrico”, disegnata tra il 1824 e il 1827 e che racconta, anche attraverso pregevoli illustrazioni, gli scavi di Pompei, ho pensato di confrontare le informazioni che si avevano al tempo con quelle di cui disponiamo oggi, d’altronde in tre secoli sono state fatte scoperte sensazionali. Per effettuare il confronto ho deciso di avvalermi, prevalentemente, del libro di Alberto Angela,“I Tre giorni di Pompei” che tratta gli eventi accaduti in quei giorni del 79d.C., oltre a descrivere in maniera accorta la città affacciata sul golfo di Napoli, sia come si presentava nel passato, sia com’è oggi. Piccola precisazione, nel testo che seguirà sono riportate frasi direttamente tratte da “Pompeia, Trattato Storico, Pittorico e Geometrico”, in cui sono presenti quelli che per noi sono errori grammaticali, ma ho deciso di non correggerli, per lasciarvi capire come si sia evoluta la nostra lingua in tutti i suoi particolari.

La prima villa che viene analizzata nel Trattato di inizio Ottocento, è la Villa di Diomede che è uno degli edifici più estesi del parco archeologico, più di3500 metri quadrati, nonché uno dei primi ad essere stato scavato, dal momento che venne portato alla luce tra il 1771 e il 1775. La Villa di Diomede fu costruita tra il I secolo a.C e il I secolo d.C. ed è generalmente attribuita ad un liberto, uno dei tantissimi liberti che si erano arricchiti nella città campana, ossia M. Arrius Diomedes, la cui tomba monumentale si trova proprio difronte all’edificio. Quindi, le informazioni contenute nel Trattato “Pompeia”, seppur brevi e riassunte, sono sostanzialmente quelle di cui disponiamo oggi.

Laseconda struttura di cui si parla, è la Villa di Cicerone che sarebbe stata scavata nel 1763, o forse già nel 1748 ed è situata in quella che oggi viene chiamata via dei Sepolcri, tra Porta Ercolano e la Villa di Diomede, sebbenerinterrata dopo la sua scoperta. Nel trattato viene così descritta: “L’esser però situata sulla via Pubblica non pone che combini con quella quiete, e solitudine, che si godeva, com’ Egli afferma. Portici, e botteghe, costituivan la parte esterna di detta villa. A sinistra si vedono altri portici, che certamente appartengono a un edificio non ancora dissotterrato.”

Dopo la Villa di Cicerone passerei alla descrizione di Porta Ercolanea, come chiamata nel libro, invece di Porta Ercolano, il nome odierno e successivamente delle mura cittadine. “Un ampia porta nel mezzo e due più piccole ai lati per comodo dei pedoni, danno l’ingresso in Pomepi. L’architettura è assai semplice, ma dagli avanzi delle colonne, e capitelli, che vi furono trovati si argomenta cheun tempo fu assai ben decorata.”

“Appena entrati in città, per una gradinata si ascende sulle mura, che furono discoperte interamente nel 1812. Sono esse alte da 18 a 22 piedi… esistono delle torri quadrate, che servivano da caserma ai soldati, con un piano superiore forse per uso degli ufiziali, a cui si accedeva per mezzo di quelle scale, che tuttora esistono. Appié delle torri vi sono delle piccole aperture per le sortite segrete in tempo di assedio. Dall’una e dall’altra parte della grande muraglia vi erano dei parapetti, che rendevano sicuro il passaggio…”.

Inoltre, l’autore parla di costruzioni non uniformi e di diversi restauri eseguiti negli ultimi anni della città, ma comunque dopo l’assedio di Silla e altri a seguito del terremoto del 63 d.C. In realtà, gli storici contemporanei, come descritto da Alberto Angela, ritengono che le mura furono restaurate prima dell’assedio di Silla del 89 a.C. e non dopo, a riprova vi sono i segni lasciati sulle mura di Pompei dalle catapulte romane. In più, in un settore che al tempo non era ancora stato scavato, è stato possibile notare che al posto delle antiche mura, furono edificate delle lussuosissime ville, tra le più sfarzose e imponenti della città. In più, l’altezza delle mura corrisponde a quella che è menzionata nel Trattato, anche se espressa in piedi, dal momento che 18 o 22 piedi corrispondono indicativamente a 5 o 7 metri.

Ovviamente, nel 2024 gran parte dell’antica Pompei è ritornata alla luce, ma già nel 1827 erano stati scavati ville e monumenti importanti, fra tutti, oltre quanto già discusso, possiamo citare il teatro e l’anfiteatro. In ogni caso, nel libro non vengono mai citati i quattro stili pittorici di Pompei, ma per quanto faccia effetto, è logico, dal momento che saranno classificati solo alcuni decenni dopo.

 

Fonti: Alberto Angela; I Tre Giorni di Pompei; RCS Libri S.p.A; Milano; 2014. Paolo Fumagalli; Pompeia. Trattato Pittorico, Storico e Geometrico; Firenze; 1830 o 1834.

 

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