Bredolo fu sede di un'antica contea carolingia che sorgeva nei pressi del torrente Pesio, presumibilmente sull'altura dove oggi è presente la Pieve di Santa Maria, risalente tra la fine dell'VIII e l'inizio del IX secolo e oggi parte del comune di Mondovì. Il territorio della contea comprendeva le valli alpine del Corsaglia, del Pesio, dell'Ellero e del Gesso oltre ad una piccola parte di Pianura Padana tra Stura e Tanaro. Prima di diventare un centro di discreta importanza del Piemonte medievale, Bredolo fu un piccolo villaggio abitato da Liguri Bagienni, denominato Brigodorum e successivamente, una volta sottomessi definitivamente i popoli celto-liguri che occupavano il territorio al di qua delle Alpi, dai Romani. Dopo le invasioni barbariche che decimarono la popolazione, come nel resto del Nord Italia, il centro crebbe poco a poco d'importanza. Durante l'epoca Bizantina Bredolo, insieme a Morozzo e Monforte fu uno dei principali avamposti contro l'avanzata Longobarda, reggendo per circa sessant'anni. Infatti, il confine che separava i Longobardi dai #bizantini e quindi la Longobardia Occidentale e la Liguria era segnato dal corso dei fiumi Stura e Tanaro. Probabilmente risale proprio all'epoca Longobarda il nome "Bredolo", in quanto il termine "Braida" stava ad indicare un campo suburbano, teoria plausibile visto che sono molte le città che oggi hanno una denominazione di origine longobarda come tutte quelle che includono la parola "fara". In ogni caso, come detto all'inizio, è con la nascita dell'impero di Carlo Magno che Bredolo diverrà il centro di una contea, e sebbene dotata di un'estensione notevole, non fu mai ricca e importante nella geopolitica della regione, oltre al fatto di essere priva di tradizioni proprie. Nel 901 l'imperatore Ludovico IV il Fanciullo concesse il contado di Bredolo al vescovo di Asti il quale a sua volta, per le naturali difficoltà di governare un territorio così lontano, si vide costretto a delegare autorità minori: le lotte intestine e le rivalità tra i vari castelli e feudatari portarono al depauperamento e al saccheggio delle zone rurali. Si aggiunsero le invasioni dei saraceni e degli ungari del X secolo che nella regione devastarono particolarmente l'albese e le langhe, mentre nel monregalese furono colpite le città di Benevagienna, Bredolo e Morozzo. Tali avvenimenti causarono la devastazione e il saccheggio del villaggio, a cui non sfuggirono nemmeno la Pieve ed il castello. Tuttavia, la curtis rinacque e divenne una delle più importanti del basso Piemonte. Nel 1041 Enrico III confermò il contado di Bredolo al Vescovo di Asti, pur avvalendosi per la sua difesa dei discendenti di Arduino, re d'Italia tra il 1002 e il 1014. L'ultima discendente fu la contessa Adelaide, alla cui morte si scatenarono numerose guerre fra i molti pretendenti alle sue terre. Ne uscì vincitore Bonifacio del Vasco, i cui figli si spartirono i suoi ampi possedimenti, dando vita ai longevi marchesati di Ceva, Saluzzo e Monferrato. A causa di queste contese, anche nella zona si manifestò la nascita e l'affermazioni di liberi comuni, sorgeva l'età comunale nel Piemonte, in concomitanza con il resto dell'Italia centro-settentrionale. Tali cambiamenti segnarono la fine dell'antico contado di Bredolo, che culminò circa un secolo dopo, forse a causa di una grave ribellione scoppiata nel borgo e magari in altri vicini e stroncata con la forza dal Vescovo d'Asti, che potrebbe aver deciso di distruggerlo come punizione, o forse per via di una calamità naturale che lo colpì. Alcuni studiosi, infatti, non ritengono che le fondazioni di Cuneo e Mondovì, avvenute entrambe nel 1198, furono una coincidenza, ma anzi le reputano connesse alla tragica sorte di Bredolo. Nondimeno, in merito non esistono prove concrete, ma è attestato che nel 1208 i Bredolesi erano oramai parte integrante del nuovo comune e si erano stanziati a metà del Monte di Vico, oggi Mondovì, insieme ad altre famiglie provenienti da Morozzo, Villanova e Piozzo e cercassero un appezzamento di terra su cui costruire la loro nuova chiesa, segno che gli abitanti dell'antica contea si erano trasferiti, se non immediatamente, di poco successivamente alla sua nascita. Intorno al XV secolo ad un notevole calo demografico dell'antica Bredolo fece riscontro un incremento demografico del rione di Breo, così denominato in quanto abitato in gran parte dagli emigrati dell'antica curtis. Risale a quel periodo storico l'attuale nome del borgo al tempo spopolato, ossia Breolungi che sta a significare proprio "lontano da Breo".
Fonti: Brigodorum oggi Breolungi, di Gino Mondino, edito a cura della Comunità Parrocchiale di Breolungi.